La Commissione Europea ha proposto il 13 dicembre 2013 una direttiva (COM(2013) 884 final) al fine di armonizzare in Europa le infrazioni doganali e le sanzioni ad essere relative applicate da 28 sistemi giuridici differenti.
Il primo codice doganale comunitario del 1992 era già stato revisionato dal regolamento ( CE ) n 450/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, che lo ha reso il “Codice doganale comunitario” poi riformulato quest’anno nel “Codice doganale dell’Unione” (CDU) onde rendersi aggiornato all’evoluzione digitale ed al contestuale ambiente elettronico sempre più senza carta che caratterizza l’ambiente doganale moderno ed al contempo uniforme per gli operatori economici, con regole che saranno in vigore dal 2016.
La mancanza di armonizzazione nel quadro relativo alle infrazioni ed alla disciplina sanzionatoria crea mancanza di fiducia tra le amministrazioni doganali europee che risultano così poco coerenti tra loro ed al contempo terreno fertile per chi intende di proposito effettuare comportamenti pretestuosi al solo fine di aggirare le differenze esistenti tra Stati.
Tale criticità crea potenziali distorsioni anche sulla concorrenza nel mercato interno ed in particolare nelle politiche a tutela dei consumatori, nelle importazioni agricole e nelle esportazioni.
In alcuni Stati UE ad esempio vi è la responsabilità penale per alcune violazioni ed in altri Stati no e parimenti la soglia di punibilità cambia (da una semplice multa al carcere, con sanzioni penali da 266 a 50mila euro a seconda dello Stato) con tempistiche per applicare le sanzioni che variano addirittura da 1 a 30 anni.
Pertanto chi intende infrangere le norme tende ovviamente a scegliere lo Stato membro più “permissivo” e ciò crea distorsioni sul mercato poiché alcuni Paesi vengono scelti solo per le “scappatoie” legali che offrono.
La proposta mira dunque alla creazione di un quadro armonico con tre obiettivi principali:
1) garantire una maggiore conformità con gli obblighi internazionali l’Unione;
2) creare un quadro per l’applicazione uniforme dell’Unione della normativa sui reati e sulle sanzioni doganali;
3) promuovere la parità di condizioni di concorrenza per gli operatori economica all’interno dell’unione doganale.
I reati così vengono distinti per gravità e per intenzione (dolo o colpa). Nell’elenco vi sono ad esempio il mancato pagamento dei dazi doganali, l’inosservanza dell’obbligo di dichiarazione in dogana, falsificazione di documenti al fine di beneficiare del trattamento preferenziale, sottrazione della merce al controllo doganale senza autorizzazione o di mancata presentazione di idonea documentazione, istigazione a commettere reato o a partecipare in qualità di complice.
Le sanzioni vanno da una multa pari all’1% del valore delle merci per errori involontari o errori di trascrizione ad una multa pari al 30% del valore delle merci (o a 45.000 euro se il reato si riferisce a merci non specificate) per i reati più gravi.
La direttiva, qualora la proposta venga approvata, dovrà applicarsi a partire dal 1° maggio 2017 data entro la quale ciascun Stato membro dovrà emanare la propria normativa interna attuativa.