I romantici di tutto il mondo sono salvi se atterrano in California: le loro dichiarazioni d’amore appassionate avranno il diritto di essere cancellate se inviate via web.
Così come le eventuali foto in versione “sexy” inviate al proprio amato o commenti imbarazzanti per accendere il proprio oggetto dei desideri che in un dato momento sotto l’effetto impetuoso dell’innamoramento si sono postate in internet o molto più semplicemente ad immagini o affermazioni che avevamo diffuso in passato ma che comunque oggi non ci appartengono più dal 1° gennaio 2015 grazie alla “legge-gomma da cancellare” (eraser law) tutte questi atti o fatti potranno essere eliminati dal web senza lasciarne traccia.
La norma tutela i dati che sono stati immessi dall’interessato ma non le informazioni (es. commenti spiacevoli ricevuti da terzi, ecc.) diffuse da terzi.
La norma in particolare ed in prima battuta si rivolge ai soli Californiani (gli utenti tutelati dovranno dichiarare se risiedono o meno in California) e minorenni.
I giovani californiani dunque avranno il diritto di “ ritirare o richiedere la rimozione di contenuti o informazioni scaricate da un sito web o applicazione”.
Dunque attenzione: secondo il legislatore Californiano dopo i diciotto anni non si può perdere la testa! Il diritto all’oblio viene limitato.
E se gli Americani tentano di limitare i “danni” dalla diffusione di dati personali “imbarazzanti”, qui in Europa non siamo certo “fermi”.
I Garanti della privacy di tutto il mondo hanno appena adottato un piano per l”’educazione digitale”: otto risoluzioni prese a Varsavia durante la trentacinquesima Conferenza internazionale sulla privacy.
Il nostro Garante in particolare non ha distinto tra minorenni e non, ritenendo che l’educazione digitale sia utile a tutte le età. In particolare ecco i cinque principi sui quali si basa:
1) assicurare una protezione particolare ai minori nel mondo digitale;
2) garantire una formazione permanente sulla tecnologia digitale;
3) raggiungere un giusto equilibrio tra opportunità e rischi presenti nella tecnologia digitale;
4) promuovere il rispetto degli utenti;
5) diffondere un pensiero critico sull’uso delle nuove tecnologie.
Tra le novità emerse nella conferenza anche un’analisi dei rischi che si incorrono con l’uso delle app, sempre più utilizzate (circa 6 milioni nel mondo ed il dato è in crescita esponenziale).
C’è da aspettarsi dunque maggiore chiarezza per gli utenti fruitori delle app ed un percorso di certificazione per i provider di questi servizi per garantire un certo grado di tutela nel trattamento dei dati personali.
Dell’”appificazione” della società moderna se ne parlerà dunque nella prossima conferenza internazionale sulla privacy che si terrà alle Mauritius.