Trovare un dottore commercialista che sia affidabile a Londra (ed in generale nel Regno Unito) e competente in ambito contabile e tributario è una delle priorità portate avanti dagli Ordini locali che ha pensato di proporre delle vere e proprie linee guida per definire quali possano essere le caratteristiche che un buon professionista tributario debba possedere.

Le nuove disposizioni appena emanate riportano molti suggerimenti utili onde mantenere sempre il costante aggiornamento deontologico nel rispetto della fiducia che i Clienti ripongono sul delicato operato professionale.

Dottore Commercialista Londra

Tra le priorità indicate vi sono:

  • qualifica professionale riconosciuta che implichi una particolare formazione tributaria (es. possesso del titolo di Dottore Commercialista);
  • iscrizione ad organismo professionale riconosciuto e regolamentato (es: Ordine Dottori Commercialisti) che preveda anche il rispetto di norme deontologiche.

Il comportamento etico nello svolgimento della professione fiscale è fondamentale. I dati tributari incidono infatti sia nella valutazione societaria che per i vari stakeholder che nell’intero quadro macro-economico. Il codice di condotta pertanto prevede che il Dottore Commercialista, iscritto all’Ordine britannico che si occupa di consulenza tributaria, debba pertanto rispettare alcuni principi fondamentali quali:

  • Integrità: chiarezza ed onestà intellettuale devono essere presenti nei rapporti con tutti i clienti, tra professionisti o terzi e con l’Autorità fiscale;
  • Obiettività: il professionista ignora giudizi professionali o proposte commerciali che lo possano porre in conflitto di interesse o che lo influenzino in modo indebito in merito alle pratiche professionali che segue;
  • Competenza professionale e diligenza: la formazione del Professionista deve essere continua nell’ottica di garantire l’abilità professionale competente, conforme ai dettami normativi ed aggiornata sulla tematica richiesta dal Cliente;
  • Riservatezza: il segreto professionale va rispettato e dunque a meno che non vi sia una richiesta di un’autorità competente e normativamente tenuta ad ottenerle, il professionista non è tenuto a rivelare le informazioni o ad utilizzarle per produrre vantaggi personali in capo ai soci o a terzi. Le limitazioni al segreto professionale sono poste anche dalla normativa antiriciclaggio, come capita negli Stati Membri Europei;
  • Comportamento professionale: il professionista dovrà sempre rispettare le norme e comportarsi in modo da non screditare la professione e seguire i principi etici propri della categoria. Nel campo fiscale in particolare il Dottore Commercialista dovrà agire nel migliore interesse del cliente e sulla base delle informazioni da questi fornitagli ed al contempo in buona fede e secondo principi di integrità professionale verso l’Autorità fiscale.

 

E’ prevista la pianificazione fiscale ma che non porti ovviamente alla mera ed evidente evasione fiscale (avoidance).

L’”Oxford University Centre for Business Taxation”, ha peraltro riportato in un proprio studio che c’è tutt’oggi un confine esegetico, difficile, tra un concetto e l’altro in quanto esiste “un continuum derivante da operazioni che non sarebbero utili al risparmio lecito delle imposte in base alla pianificazione fiscale accettabile, senza porvi eccezioni, dalle autorità fiscali e dalle Corti”. Per questo motivo sono particolarmente importanti le indicazioni ricevute dall’autorità fiscale britannica a marzo 2015.

In particolare definiscono:

  • evasione fiscale: l’uso distorto delle regole del sistema tributario per ottenere un vantaggio fiscale che il Parlamento Britannico non avrebbe voluto. Comporta spesso operazioni artificiose o artificiali atte a trarre tale vantaggio e non in linea con lo spirito normativo;
  • pianificazione fiscale: l’uso di sgravi fiscali per lo scopo cui sono stati destinati, (es. sugli investimenti di capitale, sgravi contributivi per chi aderisce ad un regime pensionistico). Tali sgravi fiscali non devono essere utilizzati in modo eccessivo o non pertinente e comunque non in linea con i dettami del Parlamento britannico.Per tale motivo il professionista dovrà anche rispettare le GAAR (General Anti-Abuse Rule) in tema di abuso del diritto, in vigore dal 30 gennaio 2015 nel Regno Unito valutandone l’eventuale applicabilità alla pratica del proprio cliente.