Avviare un’attività è un’esperienza che richiede energie, risorse, meditazione ma anche una valutazione tecnica degli impatti giuridici e tributari che è utile richiedere a professionisti competenti. Nel Regno Unito ogni anno nascono circa 400.000 start up. Le decisioni prese dagli amministratori (director) nei primi anni di attività incidono notevolmente sullo sviluppo della stessa, proprio come un genitore incide ed influisce nella formazione del proprio bambino. Mentre un buon genitore si informa e accetta consigli dal pediatra o da persone che hanno maturato esperienza nella cura infantile, l’imprenditore e l’amministratore necessitano dello stesso aiuto collaborativo e dunque si indirizzano a Professionisti qualificati iscritti ai relativi albi professionali.


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Essendo iscritta sia all’albo dei Dottori Commercialisti di Torino che a quello di Londra, così come altri colleghi del nostro Ufficio, abbiamo maturato la piacevole cultura del confronto del ruolo che ha il Commercialista in Italia e nel Regno Unito.

Da una recentissima analisi evidenziata agli Iscritti, l’Ordine dei Dottori Commercialisti che ha sede a Londra, ha rilevato che, mentre nelle società il divario retributivo (gender pay gap) tra genere maschile e femminile è sensibilmente diminuito, permane nei Dottori Commercialisti che lavorano in aziende nel Regno Unito:

  • colleghi del genere maschile: lo stipendio medio si aggira alle 100.900 sterline;
  • colleghi del genere femminile: lo stipendio medio si aggira alle 63.900 sterline;

con un divario che è aumentato del 5,4% rispetto al 2014.

Il “gap” aumenta per le professioniste che hanno età superiore ai 45 anni la cui retribuzione è scesa mediamente di 6.500 sterline annue nel 2014 contro un aumento relativo ai professionisti di 4200 sterline annue.


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Il settore inerente la professione dei Dottori Commercialisti dunque, nonostante l’”Equal Pay Act” sia in vigore da ben 45 anni, si sente più che mai la differenza di genere.

Tra i motivi di questa dicotomica evidenza, il genere maschile risulta maggiormente ambizioso nel candidarsi a ricoprire ruoli in posizioni apicali sia nel settore privato che nelle zone in cui le retribuzioni risultano mediamente più elevate (es. Londra).

Le professioniste per contro, sono spesso presenti nel settore pubblico o no-profit in cui i salari sono notevolmente più bassi e poche si candidano (o vengono assunte) per ricoprire ruoli in posizione apicali.

Il differenziale retributivo permane in ogni caso anche per i professionisti che sono occupati a tempo parziale, che di consueto risultano appartenere al genere femminile. Anche in questo caso le donne guadagnano mediamente 44.100 sterline (oltre ai bonus di 2.100 sterline) rispetto agli uomini la cui retribuzione ammonta mediamente a 75.800 sterline (più bonus di circa 8.800 sterline).


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Anche per le professioniste dunque, sarebbe opportuno prevedere servizi collettivi per la cura dei bambini, in modo che possano aspirare a ricoprire ruoli apicali, senza dover coattivamente scegliere tra lavoro e vita privata.

Il sondaggio ha inoltre rivelato che, in generale, gli stipendi medi per dottori commercialisti che lavorano in aziende britanniche sono rimasti “abbastanza statici” negli ultimi quattro anni “in linea con la lenta crescita dei salari globali”.

Nel Regno Unito è prevista l’introduzione di una norma che coinvolge le aziende con più di 250 dipendenti che prevede la spiegazione coattiva delle differenze salariali a pena di sanzioni.

In Italia il reddito medio del Dottore Commercialista per il 2014 risulta diverso a seconda delle regioni: 80.422 euro al Nord contro 30.342 euro al Sud, con un Nord-Ovest peraltro più ricco (84.473 euro) rispetto al picco minimo meridionale che si registra in Calabria (23.419 euro).


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La professione risulta ancora essere molto maschile (circa il 31,4% appartiene al genere femminile, che comunque risulta essere in costante ascesa) e l’età media del Commercialista Italiano si aggira ai 46 anni. Il 60% dei colleghi appartiene alla fascia di età compresa tra i 41 ed i 65 anni mentre gli under 40 sono solo il 20% e riportano i redditi più bassi nella categoria. La maggior parte dei giovani colleghi appartiene al genere femminile.